Il bambino che guarda l'isola

di Guido Quarzo

Recensione a cura di Julie ed Elettra, classe III media, Lycée International di Saint Germain en Laye – Francia

Se siete alla ricerca di una lettura appassionante, intrigante e che esce dall’ordinario, allora questo libro fa per voi. Stiamo parlando di “Il bambino che guarda l’isola” scritto da Guido Quarzo, un libro che abbiamo letto insieme in classe.

Ecco quindi a voi cinque buoni motivi per cui dovreste considerare questa opzione:

La trama: è la storia di Emilio, un adulto che ha perso la memoria e che racconta storie disegnandole col carboncino, e di Milo, un bambino che ha perso suo padre e a cui piace ascoltare storie. Un giorno d’inverno, mentre in spiaggia sta disegnando le onde, Emilio incontra Milo e subito i due diventano amici. Entrambi sono attratti dall’isola di fronte: Emilio perché pensa che suo padre si trovi lì ed Emilio perché ha l’impressione di averla già vista. Grazie a Milo, Emilio ritrova il piacere di raccontare storie, ed è così che nasce una storia nella storia. Emilio infatti comincia a raccontare al suo giovane amico la storia di pittore, Emilio Taverna, a cui è stato chiesto di fare in segreto il ritratto del figlio del conte, proprio poco tempo prima della sua scomparsa…

I protagonisti del racconto: i due personaggi principali del libro attraversano un periodo complicato della loro vita e grazie alla loro amicizia riescono a superare le loro difficoltà. Emilio è a nostro parere uno dei personaggi più carismatici del racconto. Come è già stato accennato precedentemente, ha perso la memoria e si potrebbe pensare che questa storia tratti di come è dovuto ripartire dal nulla, ma non è così. Andando in una cittadina della Liguria, posto in cui si svolge la vicenda, Emilio comincerà a sentire di esserci già stato. Si renderà conto che alcune delle sue invenzioni in realtà riflettono il suo passato, ma soprattutto che la sua vita prima di perdere la memoria non era così banale come credeva che fosse. E oltre a ciò, troverà la forza di cominciare una nuova vita con il suo amico Milo, infatti in conclusione del libro Emilio dice: “In fondo per chi non ha memoria come me, ogni punto è buono per ripartire. E a dire la verità, questo mi sembra il punto migliore che mi sia capitato finora”.

Le illustrazioni del libro: sono i disegni che Emilio realizza a carboncino per il suo amico Milo e che permettono anche al lettore di visualizzare subito l’ambiente e i personaggi. Questo facilita l’immersione del lettore nel racconto.

Una citazione: sono tanti i messaggi che questo libro di Guido Quarzo veicola, in particolare  ci ha fatto riflettere quanto l’autore afferma a pagina 84: “Ci sono azioni a cui non si può rimediare. […] Certe volte è proprio impossibile tornare indietro: se rompi un vaso puoi cercare di incollare i pezzi, ma non tornerà mai come prima”. L’autore ci invita quindi a pensare sempre alle conseguenze che avranno le nostre azioni dato che non è possibile ritornare sui nostri passi e oltre a ciò ci invita a valutare come alcune decisioni possono influire sulla nostra vita futura.

Un episodio particolarmente significativo: a nostro parere è quello intitolato “Sabato pomeriggio”, in cui i personaggi principali affrontano un tratto di mare per andare sull’isola di Bergeggi e incontrare i loro fantasmi (per Emilio i fantasmi del passato, la memoria, e per Milo il fantasma del padre). Questo è anche il capitolo che segna la conclusione del racconto nel racconto, con un finale che lascia il lettore stupefatto.

Guido Quarzo, Il bambino che guarda l’isola, Salani, 2011