Il furto del secolo

di Daniele Nicastro

Recensione a cura di Max Neri, classe terza media, Lycée International di Saint Germain en Laye, Francia

Parigi, 1911. Al Louvre, mentre il direttore è in ferie, avviene un furto: scompare la Gioconda, il famoso dipinto di Leonardo da Vinci. Del quadro, per terra, è rimasto solo il vetro. Sono Alfio, un bambino italiano, e la sua amica Amèlie figlia del direttore del Louvre, a scoprire tutto questo. Sopraggiungono i guardiani che ovviamente non se la sentono di arrestare la figlia del direttore del museo: sarebbe uno scandalo più grosso del furto! I due ragazzi vengono quindi lasciati liberi, ma anche loro vogliono scoprire gli autori del furto. Eccoli quindi entrare di nascosto nella camera di un loro vicino e trovare una lettera che testimonia i contatti presi dallo stesso con alcuni trafficanti d’arte. Capiscono subito di essere sulla traccia giusta! Anche il vicino se ne accorge e scappa.

Dai giornali tutti vengono a sapere che il ladro è stato scoperto, nessuno però saprà mai che sono stati Alfio e Amèlie a dare l’indizio per trovare le tracce del ladro e recuperare l’opera d’arte. Perché, molto spesso, non si dà la giusta importanza ai bambini.

Il libro di Daniele Nicastro mi è piaciuto perché narra un fatto realmente accaduto nel 1911, fatto che io non conoscevo né sospettavo potesse accadere. Al giorno d’oggi infatti ci sono in tutti i musei dei dispositivi di sorveglianza e sicurezza che impediscono sia di rubare che di danneggiare le opere d’arte.

Il romanzo mi è piaciuto anche perché i protagonisti sono due ragazzi giovani come me, pieni di entusiasmo e di curiosità. Anche io penso che nessuno possa permettersi di rubare e vendere le opere d’arte perché l’arte è di tutti e da tutti deve essere vista e ammirata.

Daniele Nicastro, Il furto del secolo, Einaudi Ragazzi, 2020