Incontro con Alessandro Gatti

Lycée International di Saint-Germain-en-Laye

Castello di Hennemont, Saint-Germain-en-Laye 20/12/2018 ore 17,30

I giovani studenti o futuri scrittori si ricorderanno a lungo di questo incontro, nel corso del quale il 20 dicembre 2018 hanno accolto presso l’anfiteatro di Hennemont uno scrittore molto amato dai ragazzi sia in Italia sia altrove per i suoi romanzi “Sherlock, Lupin e io”, “Klincus Corteccia”, “I gialli di vicolo Voltaire” e tanti altri. In queste mie parole avete forse riconosciuto Alessandro Gatti, scrittore originario del Monferrato, o una delle sue opere, perché scrive anche sotto pseudonimi come Irene Adler per “Sherlock, Lupin e io”.

Il racconto giallo è indubbiamente la sua passione e il suo intervento è stato incentrato sulla tecnica del punto interrogativo che aggancia il lettore alla suspense. Al posto della tradizionale conferenza basata su domande e risposte Gatti ha voluto realizzare quella che lui chiama una narrazione partecipata, coinvolgendo noi studenti di scuola primaria e media sia del Lycée che di Hauts Grillets nella creazione giocosa di un racconto giallo. Dopo aver disegnato su un foglio bianco un punto interrogativo, Gatti ci ha fornito l’incipit di una storia, quella del giovane Sherlock Holmes che, viaggiando su un treno tra i vapori della nebbia londinese, si rende conto che il signore seduto davanti a lui ha un orologio che gli pende dal taschino ma osservandolo bene nota che questo orologio è molto particolare perché le lancette non avanzano, sono ferme sulle 11. Fin qui, tutto più o meno normale, perché quel signore può avere dimenticato di ricaricare il suo orologio o non aver visto che si era rotto. Ma a quel punto, il gentleman estrae dalla sua tasca un altro orologio, che invece funziona, guarda l’ora e lo rimette in tasca. Alessandro Gatti ci ha quindi domandato perché quel tizio avesse due orologi, dei quali uno non funzionava. Sono state formulate tante ipotesi: che era affezionato all’orologio, che si trattava di una bomba e che quel tipo era un terrorista, oppure semplicemente che era un modo per ricordarsi di qualcosa. Quale di questa era  quella giusta? Ed ecco ritornare il punto interrogativo che ci spinge a proseguire nella storia e ci tiene incollati al racconto fino a quando il mistero non viene risolto. Il treno intanto prosegue il suo viaggio, passa attraverso un tunnel oscuro e quando fuoriesce il signore dell’orologio è morto. Con il classico ritrovamento del cadavere il racconto giallo prende vita e ancora veniamo chiamati dallo scrittore a formulare delle ipotesi, forse c’è di mezzo un gemello o un sosia, ancora un punto di domanda che fa crescere la suspense e alimenta il mistero. Siamo rimasti agganciati! Se giriamo il foglio su cui Gatti all’inizio della narrazione ha disegnato il punto interrogativo ci accorgiamo infatti che si tratta di un amo che ci tiene ancorati al mistero. A questo punto, Alessandro Gatti ci ha domandato di continuare la storia a casa e di inviargliela per posta elettronica per poterci fornire consigli di scrittura. Una bella motivazione per chi da grande vuol fare lo scrittore!

[Vittorio, classe II media, Lycée International di Saint Germain en Laye, Francia]