Io non ho paura

di Niccolò Ammaniti

Recensione a cura della I classe del Centro Cultural Italiano di Buenos Aires, sede Olivos (Argentina). 

Autore

Niccolò Ammaniti nasce il 25 settembre 1966 a Roma. È uno scrittore, regista e sceneggiatore italiano.  Si iscrive al corso di laurea in Scienze biologiche ma non termina gli studi, per seguire le sue ambizioni letterarie.

Il suo primo romanzo “Branchie”, viene pubblicato nel 1994 da Ediesse.  Scrive altre opere come “Ti prendo e ti porto via”, “Come Dio comanda”, “Io e te”, “Fango” e “La figlia di Siva”. La maggior parte di queste pubblicazioni vengono tradotte in una gran varietà di lingue e alcune di queste diventano ispirazione per versioni cinematografiche.

Nel 2001 diviene noto proprio attraverso “Io non ho paura”, di cui è stato realizzato un film omonimo con la direzione di Gabriele Salvatores.

Ammaniti vince il Premio Strega nel 2007 grazie al romanzo “Come Dio comanda”, e nel 2017 gli viene conferita la Laurea honoris causa in filologia, lettere e storia presso l’università degli Studi di Foggia. 

Trama e personaggi

“Io non ho paura” è un romanzo di formazione ambientato negli anni Settanta, nel quale Michele, un ragazzino di nove anni, scopre un mistero che coinvolge tutta Acqua Traverse, il suo piccolo paesino del sud Italia. Michele trova Filippo, altro protagonista della storia, nascosto in un pozzo sotto una lamina di ferro. Filippo si trova lì perché è stato rapito, ed è rinchiuso nudo, sporco e solo può coprirsi con una piccola copertina.

Filippo, che viene presentato come un ragazzino timido e poco coraggioso, riuscirà, con la sua amicizia, ad aiutare Michele a trovare il coraggio per poter fare delle scelte importanti e che daranno una svolta importante a tutta la narrazione. Grazie a lui, in Michele si accenderà un nuovo senso di responsabilità e comincerà a prendersi cura di Filippo come se fosse il suo fratellino.

La storia tocca molti temi e relazioni che girano intorno ai protagonisti. Vite, fatte di cose semplici, faranno un giro di centottanta gradi in cui le curiosità, gli affetti e le avventure, cambieranno per sempre le sorti di Michele, Filippo e di tutta la comunità.

Stile  

L’autore utilizza una prosa descrittiva che immerge il paesaggio nella storia. Racconta con molti dettagli i sentimenti dei personaggi, la loro fisicità, i rumori della campagna, i colori del cielo, del grano e della terra che acquistano un ruolo importante nella trama. Ammaniti adatta il linguaggio al contesto narrativo, infatti, dato che la storia si svolge in un ambiente sociale povero, anche il linguaggio utilizzato è semplice con parole che si usano nella vita di tutti i giorni: un italiano immediato e misto a un dialetto molto informale. Numerosi i dialoghi che accompagnano la storia facendola fluire piacevolmente.

Il punto di vista di noi studenti

  1. Il romanzo che abbiamo letto è stato molto interessante per la sua trama e per lo sviluppo dei personaggi. La trama presenta un contrasto tra le mentalità semplici, carine, innocenti e curiose dei giovani protagonisti e quelle corrotte, complesse e contaminate degli adulti attraverso le loro dettagliate personalità. Abbiamo imparato tante cose, come per esempio l’importanza della solidarietà, come quella che dimostra Michele quando scopre Filippo; a rispettare chi ti rispetta, non soltanto chi è più grande di te; che la maturità non dipende dell’età e tante altre cose. Tutti questi messaggi fanno del romanzo una vera opera di riflessione e miglioramento umano, attraverso la curiosa e creativa mente di un ragazzo che nel piccolo mondo nel quale vive scopre le sue abilità. Se si conosce qualcuno che apprezza i racconti di avventura e di mistero, pieni di amicizie inseparabili, di conflitti e personaggi dai quali imparare, allora si dovrebbe raccomandare questo libro.
  2. Il libro è un romanzo facile da leggere perché ha un vocabolario semplice, ma allo stesso tempo abbiamo imparato molte parole nuove. La lettura del romanzo è stata molto interessante, specialmente perché si basa sulla vitta di un ragazzo più o meno della nostra età che aiuta un altro ragazzo. Grazie a questo testo abbiamo visto un nuovo punto di vista, molto diverso al nostro. Ci è piaciuto immaginare quello che può succedere nella mente di un bambino quando vuole aiutare un suo coetaneo che si trova in una situazione pericolosa.  Questo romanzo è speciale perché mostra la forte amicizia che può nascere tra due ragazzi.  Consiglieremo questo libro a un amico visto che è un testo adatto agli adolescenti.
  3. Questo romanzo, letto in classe, è stato veramente straordinario. Abbiamo potuto vedere la vita attraverso gli occhi di un ragazzo di nove anni in una situazione fuori dal comune e anche spaventosa. Siamo stati trasportati nel tempo, e in questo viaggio abbiamo saputo come si divertivano i piccoli in quel periodo, senza Internet e con una TV con una programmazione molto limitata. Veramente è un romanzo da leggere in classe, per la forma semplice di scrittura e momenti di emozione. Noi lo raccomandiamo ai nostri amici, perché è stato molto interessante, divertente e coinvolgente.

Niccolò Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi, 2011