La notte in cui la guerra si fermò

di James Riordan

Recensione a cura di Vittorio, classe III media – Lycée International di Saint Germain en Laye (Francia)

Harry e Jack vivono tranquillamente a Portsmouth, dividendo la loro passione per il calcio con la scuola. Finché scoppia la prima guerra mondiale. A quel punto i due amici sono arruolati nell’esercito e vanno a combattere in Francia. Di avventura in avventura restano sempre insieme, dovendo soffrire gli orrori della guerra, gli ammutinamenti, le bombe, la morte. Fino a quell’incredibile notte dove qualcosa di impensabile, di magico, cambierà per qualche ora il ritmo della guerra.

Questo libro mi è particolarmente piaciuto, perché è l’unico libro tra quelli che ho letto a descrivere la guerra nella sua realtà. Ci fa capire l’inferno che si viveva in tempo di guerra, le difficoltà che i soldati incontravano e la continua presenza della morte. Per questo lo trovo un libro speciale. Anche il suo autore, James Riordan, è speciale, lui che si ispira alla storia vera di una spia britannica che, mandata in Russia, divideva la sua funzione con il posto di giocatore al Spartak Moscka. Una frase del libro che mi ha colpito molto è quella alla pagina 140: “Un colpo secco lo fece sobbalzare. Il vento forse aveva fatto sbattere una porta. Degli infermieri si misero a correre dentro e fuori l’edificio. Jack sentì una voce gridare: – Quello stupido si è fatto saltare le cervella!!!”. Poche righe che ci fanno sentire che i soldati preferivano suicidarsi piuttosto che tornare al fronte.

Questo è un libro delicato da consigliare perché ci sono alcuni passaggi molto crudi, però contiene una parte molto bella, il lato umano della tregua natalizia. È un libro che, durante la lettura, ci invita a pensare e continua a farlo anche quando abbiamo finito di leggerlo.

James Riordan, La notte in cui la guerra si fermò, Mondadori, 2014