L'anello di Re Salomone

di Konrad Lorenz

Konrad Lorenz, L’anello di Re Salomone, Adelphi, 1989

Konrad Lorenz nasce a Vienna nel 1903. Figlio di una famiglia benestante, frequenta le migliori scuole e si laurea prima in medicina e poi in zoologia. È il fondatore dell’etologia, lo studio comparato del comportamento degli animali e dell’uomo. Nel 1949 pubblica un libro famoso in tutto il mondo, “L’anello di Re Salomone”, uno studio sul comportamento animale con molte esperienze divertenti. Nel 1973 assieme a Tinbergen e Frisch ottiene il premio Nobel per le ricerche nel campo del comportamento animale. Konrad Lorenz muore il 27 febbraio 1989 all’età di 85 anni.

Nella storia i personaggi sono diversi. Oltre Konrad, un uomo molto colto, ingegnoso, fedele con gli animali e molto paziente che dedica la sua vita all’osservazione degli animali per    conoscerli meglio, sono presenti tutti i suoi animali uccelli, pesci, cani e in particolare l’ochetta Martina, la prima ochetta selvatica di Konrad, che lo riconosce in quanto l’aveva allevata e dunque lo segue ovunque.

La storia si svolge ad Altenberg in Germania e il titolo scelto per il libro prende spunto da un’antica leggenda che narra di un anello magico che dava il potere al re Salomone di parlare con gli animali. In effetti Lorenz riesce a comunicare con loro, ma senza bisogno di un anello. In questo libro sono raccolte tutte le sue osservazioni, gli episodi accaduti, gli esperimenti che Lorenz fa insieme ai suoi animali. L’aspetto rilevante è che lasciava libertà agli animali di potersi muovere nella loro residenza, limitando i loro spostamenti in alcune zone, dopo aver visto i guai che potevano causare. Lorenz cercava di stabilire con loro una relazione di reciproco rispetto, di scambio e di condivisione di alcuni momenti. Da tutte queste osservazioni ed esperienze affascinanti, ha cercato di dare un’interpretazione e il significato dei loro riti, dei loro comportamenti, dell’importanza per loro del territorio, della loro aggressività e degli istinti, facendo scoperte che distruggono alcuni preconcetti che noi abbiamo sugli animali. Per esempio che le colombe sono molto aggressive e non così pacifiche come crediamo. Lorenz racconta dei vari sacrifici che ha fatto dedicandosi completamente agli animali e anche della sua famiglia che ha accettato e “sopportato” tutte le sue ricerche, ma racconta soprattutto della sua gioia ogni volta che un animale gli manifestava un riconoscimento o un segno di attaccamento. I momenti più belli secondo me sono due. Il primo è il più famoso e il più significativo: quando Konrad adotta l’ochetta Martina, o meglio quando l’ochetta Martina vede per la prima volta una cosa in movimento e riconosce Lorenz come “mamma” (fenomeno dell’imprinting). Il racconto è commovente, all’allontanarsi di Lorenz, l’ochetta emette pianti disperati ed esce da sotto le piume della sua mamma adottiva per seguirlo. Da quel momento Lorenz si dovrà occupare di lei e scoprirà la difficoltà di essere una mamma oca. Il secondo è il più divertente, quello con le anatre selvatiche: Lorenz sperimenta che con loro è necessario abbassarsi e fare il loro verso di riconoscimento per essere riconosciuti come “mamma”. Racconta di una domenica passata a fare una passeggiata con le anatre accucciato per terra e facendo “qua, qua…” mentre un gruppo di turisti incuriositi dagli strani versi, lo guardavano dalla siepe.

Nella premessa Lorenz descrive il suo amore per gli animali: “Per scrivere sugli animali bisogna essere trasportati da un affetto caldo e genuino per gli esseri viventi, e penso che a me questo requisito verrà senz’altro riconosciuto”. Poi racconta che a casa sua: “gli animali vivevano dunque in piena libertà, ma anche in gran confidenza con tutti noi, e caso mai c’era da guardarsi proprio dai loro eccessi di confidenza”. Più avanti racconta il principio della gabbia all’inverso escogitato da sua moglie: “Così mia moglie in quattro e quattr’otto sistemò in giardino una grossa gabbia, e vi pose dentro… il pargoletto!”

Questo libro mi è piaciuto molto. Sono amante degli animali e ho scoperto il perché di alcuni loro comportamenti, mi sono meravigliata di quanto Lorenz sia entrato in sintonia con loro. Mi ha trasmesso la voglia di avere altri animali. Inizialmente ho trovato il libro un po’ strano e noioso, soprattutto la parte sui pesci. Non c’era una storia di fondo, ma poi mi sono sempre più interessata alle varie scoperte e alla fine mi sono appassionata. Consiglierei questo libro a tutti coloro che amano gli animali, ci sono molti spunti interessanti. Ma anche a tutti quelli che li detestano, per riscoprire il loro mondo e il significato dei loro comportamenti.

[Recensione a cura di Francesca, classe 4ème, 3° media, Collège Les Hauts Grillets, Saint Germain en Laye – Francia]