Le volpi del deserto

di Pierdomenico Baccalario

Recensioni degli studenti componenti della Giuria del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019

[Recensione di Vittorio, classe II media – Lycée International Saint Germain en Laye]

Le volpi del deserto: strano titolo per un libro. D’altronde chi come me è un appassionato di Storia tenderà l’orecchio, perchè avrà riconosciuto il soprannome del generale Rommel, il braccio destro di Hitler che durante la seconda guerra mondiale si è messo al servizio del male. Allora questo titolo ci incuriosisce perchè noi conosciamo una sola di volpe del deserto e vogliamo sapere chi sono le altre. Ci saranno persone che leggeranno il romanzo perché interessate ai risvolti storici, altre perché divorano tutti i libri che hanno sottomano e altre ancora perché conoscono e seguono da tempo l’autore Pierdomenico Baccalario. Ma tutti i motivi sono validi per sedersi sul sofà, in una comoda poltrona o anche per terra, aprire questo libro e sprofondare nella lettura.

Con nostro grande piacere e sollievo, capiremo ben presto che di volpi nel romanzo ce ne sono tre. La “volpe del deserto”, ossia il generale Rommel, Antoine de Saint-Exupéry, autore del famoso romanzo Le Petit Prince ma anche pilota d’aereo nella stessa epoca di Rommel. Il suo nome in codice durante la guerra è stato proprio “la volpe”, in riferimento al personaggio del suo libro. Infine c’è una semplice famiglia proveniente da Marsiglia, i Renard, nome che in francese significa proprio “volpe”. Ed è questa famiglia dei nostri tempi che seguiamo dall’inizio del libro quando, appena arrivata in Corsica, si ritrova davanti agli occhi il decadente Hotel Napoléon che ha appena acquistato, circondato da un paesaggio da sogno: mare limpido e scogliere scoscese. Si capisce quindi che al momento della storia, Rommel e Saint-Exupéry sono morti, ma hanno portato un segreto nella loro tomba. È quello che Morice, il figlio minore dei Renard, cercherà di scoprire, in compagnia di Audrey, la figlia del sindaco di Dautremere.

Una piccola esplorazione dell’Hotel Napoléon sfocia in qualcosa di molto più grosso: la scoperta della morte del precedente proprietario, la strana sparizione di un suo compatriota, l’arrivo inaspettato all’hotel di due fratelli tedeschi, le strane storie di un vecchio cieco e la casa protetta da fili di ferro e da tagliole del vicino. Tutti questi elementi daranno una retrospettiva lugubre al fino ad allora tranquillo villaggio di Dautremere. La scoperta di alcune annotazioni rinvenute nel diario di Rommel accentuerà i sospetti, soprattutto quando Morice sorprenderà i due fratelli tedeschi in tuta da sub, a fare immersioni. Allora ne uscirà fuori una vecchia storia, una cospirazione contro Hitler e Mussolini, che vi lascerà a bocca aperta.

Un ritmo incessante, dei colpi di scena incredibili e un stile di scrittura imperdibile, tutto questo riunito in un libro fantastico. Certo, ad alcuni non piacerà Rommel, o preferiranno Saint-Exupéry, altri resteranno commossi dalla semplicità dei Renard, ma alla fine, potremo addomesticare queste “volpi del deserto” come nella favola del Petit Prince.

Le volpi del deserto, Pierdomenico Baccalario, Mondadori, 2018

[Recensione di Romolo, classe III media – Lycée International Saint Germain en Laye]

Il libro “Le volpi del deserto” narra la storia di un ragazzo di nome Morice, che lascia  insieme alla sua famiglia la città natale Marsiglia per trasferirsi nel misterioso paese di Dautremere in Corsica.

La storia di Morice ha provocato in me un brivido che, nascendo dall’anima e penetrando nel cuore, ha schiarito i miei ricordi, facendomi rivivere il distacco e l’angoscia che anch’io ho provato in prima persona quando tre anni fa sono partito dall’Italia per stabilirmi in Francia vicino a Parigi. Questo libro inoltre ha stimolato in me una profonda riflessione su alcuni aspetti della natura umana, che emergono grazie all’intuizione del protagonista Morice, insieme alle verità nascoste e sepolte dal tempo.

La curiosità di Morice per i segreti che si celano sia nella sua casa sia a Dautremere, come la mancata spedizione dell’oro a Mussolini e la strana alleanza che ha coinvolto il generale nazista Erwin Rommel e l’autore de “Il piccolo principe” Antoine de Saint-Exupéry, è il filo conduttore del libro che permette di mantenere vivo l’interesse nel lettore.

Le segrete vicende di cronaca sono sapientemente mescolate alle misteriose storie private dei personaggi dando così lo spunto per una profonda riflessione sulla severità del giudizio della coscienza dinanzi al ricordo del male commesso. È questo il caso di Tardì che, avvertendo la responsabilità di aver reso cieco il giovane Mathis a diciassette anni, continua a occuparsi di lui per il resto della vita.

La complessità dell’animo umano è messa in evidenza nei suoi aspetti più abietti e si manifesta nella cecità dinanzi al profitto e al denaro, portando uomini come Martin Bormann, segretario personale di Hitler, con la complicità del capitano nazista Günther Brent, a tradire, pur di impossessarsi dell’oro destinato a Benito Mussolini.

Allo stesso tempo però nel libro l’animo umano è esaltato nella sua fragilità e sensibilità in Fabrice, il fratello gemello nato morto che Morice continua a portare sempre dentro di sé e che esprime la voglia di non arrendersi all’evidenza di una vita troppo breve, alla ricerca di una forma di presenza eterna in una dimensione diversa dove la forza della speranza possa attenuare il dolore che, amplificato dai ricordi, rischia di corrodere l’anima.

Le volpi del deserto, Pierdomenico Baccalario, Mondadori, 2018

[Recensione di Luca, classe II media – Lycée International Saint Germain en Laye]

Non avevo mai visto niente di più bello in vita mia. I capelli neri, dritti, gli zigomi da leone, gli occhi color ostrica. Era sfacciatamente bella e mi stava fissando con una tale ostinazione che dovetti nascondermi dietro l’angolo della casa, all’ombra dei miei genitori, per trovare il coraggio di respirare di nuovo.”

Questa frase per me è molto importante perché segna l’inizio del legame di amicizia che poi si rivelerà amore, tra Maurice e Audrey, ovvero i protagonisti del libro Le volpi del deserto di Pierdomenico Baccalario. Questo legame permetterà ai due giovani ragazzi di aiutarsi a vicenda e anche di scoprire la verità su un misterioso tesoro che risale alla seconda guerra mondiale. La storia si basa sull’amicizia ma anche sulla solidarietà e sulla complicità. Ho letto questo libro con passione, perché è una storia semplice ma molto profonda che ci fa scoprire i veri valori della vita e unisce fantasia e realtà. Si parla di personaggi storici realmente esistiti, come per esempio Antoine de Saint-Exupéry, autore de Il piccolo principe, oppure il famoso generale tedesco Erwin Rommel soprannominato “la Volpe del deserto”, di complotti militari e di alleanze ma con estrema semplicità e con un ritmo accattivante. Penso inoltre che questo libro sia un invito a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà della vita: tutta la storia inizia con un trasferimento difficile. Maurice e la sua famiglia infatti devono lasciare il lavoro, la scuola, gli affetti più cari a Marsiglia per trasferirsi a Dautremere, una piccola città sperduta della Corsica. Qui Maurice, durante un funerale, fa la conoscenza di Audrey, un’intraprendente coetanea figlia del sindaco della città. Il giorno dopo i due si ritrovano e Audrey svela a Maurice che ha sentito dire che la bara era vuota. I due iniziano così un’indagine discreta per ritrovare il corpo scomparso. Tante sono le avventure dei nostri due protagonisti in cui la suspense e la paura li accompagnano, senza però mai farli indietreggiare.

Attraverso un linguaggio semplice ma ben scelto l’autore ci conduce in un altro mondo dove i segreti sono fatti per nascondere altri segreti più grandi e dove la solidarietà è la chiave per vivere felici.

Le volpi del deserto, Pierdomenico Baccalario, Mondadori, 2018