L'estate che conobbi il Che

di Luigi Garlando

Recensione a cura di Mathilde Dauriac, classe terza media, Lycée International di Saint Germain en Laye, Francia

Siamo nell’estate del 2014 in Brianza e Cesare festeggia il suo dodicesimo compleanno con i sui amici. Quando suo nonno non si presenta alla festa, Cesare ha un brutto presentimento. Inforca la bici e corre da lui. Non appena attraversa la collina vede che lo stanno caricando su un’ambulanza per trasportarlo in ospedale.

Per qualche istante vede sulla spalla del nonno un tatuaggio: raffigura il volto di un uomo con la barba e i capelli lunghi. “Magari era Gesù o qualche persona importante” pensa Cesare. Lo era. Ma non lo sapeva ancora. Di nascosto il ragazzo comincia ad andare dal nonno in ospedale per conoscere la verità su quel tatuaggio. Si tratta del “Che”, il rivoluzionario, l’uomo che si è battuto per i Cubani e tanti altri. Colui che ha difeso i diritti dei più deboli e ha diffuso l’istruzione nei Paesi più poveri dell’America del Sud. Ripercorrendo le battaglie contro i Barbudos e altre pericolose peripezie, il nonno e suo nipote viaggeranno a fianco di uno dei più grandi rivoluzionari della Storia. Cesare imparerà lezioni di vita e si sensibilizzerà sulle ingiustizie razziali e sociali, le rudi dittature e non solo. A causa delle difficoltà respiratorie il nonno, invece, combatterà la sua ultima battaglia.

Luigi Garlando, L’estate che conobbi il Che, Rizzoli, 2015